Venerdì 18 aprile.
Terzo giorno.

Anche oggi ci si mette in marcia sin dalle ore piccole,
che per una come me significano le nove di mattina...
si sono ore piccole per una persona che di solito dorme fino alle 11.

Il tragitto di questa giornata comprende:
- corso como,
- corso garibaldi,
- cadorna,
- triennale.

Partiamo da corso como,
con le prime postazioni...
capatina veloce nella galleria carla sozzani,
ma niente mi ammalia e quindi decido di proseguire.
e così dopo pochi passi mi imbatto in questo studio, Kriptonite,
che ha a che fare con il book-crossing.
parlo con la signora che è all'ingresso,
che mi parla del book-crossing, da dove arrivano i libri, del sito, e così via,
invitandomi poi a prendere uno dei libri presenti nella stanza,
promettendole però che una volta finito lo abbandonerò in giro da qualche parte,
in stazione, in un parco, insomma, da qualche parte...
titubante le dico che manterrò la promessa...
per un'onnivora di libri l'idea di abbandonarne uno in giro da qualche parte è un po come commettere un reato,
ma una promessa è una promessa, e non essendo per principio mio il libro,
è un dovere abbandonarlo...
così inizio a girare tra gli scaffali pieni di libri,
e alla fine decido di prendere Moby Dick,
perchè credo sia arrivato il momento giusto per leggerlo...
successivamente mi dirigo al piano inferiore,
e di colpo mi sembra di essere in un altro mondo,
di essere tornata indietro nel tempo.
si respira un'altra aria, saranno i soffitti bassi,
sarà la scelta dei mobili, ma mi sembra di essere in periodo di guerra,
in un rifugio.
passo qualche minuto qui sotto,
scatto qualche foto,
poi saluto la signora e la ringrazio per il libro.

Riprendo il mio percorso,
ma passando per corso garibaldi e via della moscova non trovo niente di particolarmente interessante...

passo per le fondazione mazzotta,
e all'interno trovo un interessante allestimento di mobili,
alcuni dei quali mostrano lo spreco di materiali,
come tavoli costruiti attraverso il riutilizzo di materale cartaceo perso in un giorno.

dopo la galleria mazzotta arrivo davanti al castello sforzesco,
cammino un po senza alcuna meta precisa,
e alla fine entro nello spazio espositivo di Jesse,
dove ad aspettarmi c'è una scacchiera gigante con bizzarre pedine,
tra cui sedute, tavolini e altro...

pausa pranzo e poi triennale...
piccole casette rosa accolgono le persone...
poi entriamo, e visitiamo ogni angolo del museo...
rimango completamente ammaliata dall'installazione di Paola Navone per De Rosso, 411 Bianco.
una serie di utensili da cucina sospesi per aria, e rumori di sottofondo,
prodotti dallo scontro di questi insoliti strumenti musicali...bizzarro...
a causa della pioggia forse non riesco ad apprezzare il giardino sul retro della triennale,
dove ad attenderci ci sono i giganteschi oggetti della kartell,
ma causa giardino pieno di melma non oso avvicinarmi più di tanto.

e così finisce anche la terza giornata.
con le suole un po consumate mi dirigo a casa,
con una spalla fuoriuso e una voglia matta di appoggiare la testa sul cuscino.

Secondo giorno.

Osservando le varie foto scattate dagli altri e.reporter,
decido che devo andare assolutamente a visitare Spain Playtime,
in quanto il giorno precedente non ho fatto in tempo a vedere tutta la zona di via Tortona.

Consultando la mappa fornita dalla guida di Interni,
osservando i mille pallini neri nemici della gente,
arrivo alla conclusione che si potrebbe fare la strada che costeggia il naviglio grande,
per arrivare così in fondo a via Tortona, e vedere Spain Playtime.

Così partiamo da porta Genova,
e come prima tappa visitiamo lo stand di Boffi.
Piacevole,
apprezzo l'accostamento dei mobili moderni alla location,
un vecchio capannone con i muri di cemento e mattoni scoperti.
Scatto qualche foto...
chissà perchè più della metà degli stand hanno optato per un'illuminazione minima,
fa figo mostrare i mobili al buio?
Come faccio a fare delle foto se non si vede niente?
Portare il cavalletto non se ne parla,
ci manca solo quello come peso da aggiungere alla mia povera schiena.
Incontriamo dei genitori,
dei genitori orgogliosi del loro figlio,
che ha esposto in questo stand.
Mi chiedono così di fare una bella foto al tavolo realizzato dal loro pargolo,
li accontento e me ne vado, dicendogli che possono vedere le foto sul sito,
e sperando che vengano a visitarlo per davvero.


Ripartiamo,
ignari di quello che ci attende...

Camminiamo,
camminiamo,
camminiamo e camminiamo,
ma di insegne rosse con scritto "Zona Tortona" neanche l'ombra...
incontriamo dei canottieri che poverini vogano in mezzo al naviglio...
nel frattempo inizia a piovere...
arriviamo in culonia, improvvisamente ci ricordiamo di avere una cartina di milano,
perchè a quanto pare quella di interni dice del falso...
ma insomma, ma tu, che hai fatto sta cartina, ma perchè metti dei pallini in posti in cui non dovrebbero starci?
Non è che se non ci sta in un posto allora lo metti su un'altra strada, così che le povere sceme come me poi si ritrovano a camminare nel nulla!!!


Va beh,
alla fine, ci riportiamo in via Tortona,
e arriviamo in questo super hotel mega figoso,
che ospita Spain Playtime...
bello, finalmente vedo qualcosa di interessante,
qualcosa che mi fa sorridere,
qualcosa che mi fa ridere,
qualcosa di non fighetto!
Giochiamo a calcetto,
proviamo sedute bizzarre,
e ci indirizziamo nei meandri dell'hotel.

Prendiamo l'ascensore,
e vediamo la piccola esposizione di Continua Light, 60 fogli luminosi, volano verso il cielo...
sinceramente mi aspettavo tutta un'altra cosa,
ma deve essere la prerogativa di questo fuorisalone,
avere delle descrizioni dell'evento molto più interessanti di quello che poi sono in realtà.

Proseguiamo e finiamo di visitare gli stand di via Tortona,
e passiamo in via Savona...
di questa via voglio raccontare solo una cosa:
state attenti al bodygard pazzo dello stand Swarovsky,
perchè ad un certo punto inizierà a rincorrere le persone pregandole di non fotografare,
e non vi ascolterà se cercherete di dirgli che la signorina all'ingresso ha detto "possono fotografare solo quelli della stampa"...
va beh...

corriamo a casa,
che un'altra giornata è finita.

E così fu il primo giorno ufficiale del fuorisalone,
e il sole decise di fare capolino da dietro le nuvole dei giorni precedenti,
per scaldarci i cuori,
bla bla bla...

ore 11:
arrivo in porta genova
ore 23:
arrivo a casa

10 ore di camminata,
10 ore di vesciche ai piedi soprattutto.

la prima giornata passata nella zona calda del fuorisalone,
consapevole degli innumerevoli stand presenti in zona tortona.

partiamo dall'inizio,
e l'entusiasmo non è massimo,
tra i primi stand già si iniziano a vedere cose presenti gli anni precedenti...
forse sono tornata indietro nel tempo? no, non mi sembra...

continuando vediamo cose carine,
cose meno carine...
ma ancora nulla che soddisfi lo sguardo al 100%...

cerchiamo la salvezza nei punti classici,
quali super studio più e l'ex ansaldo.
avevo grandi aspettative per that's design,
che l'anno scorso mi ha ammaliata,
mi ha stregata...
avevo parlato con studenti provenienti da tutto il mondo,
e anche quest'anno ero pronta per vedere cose strane,
cose geniali...
ma niente...
il tutto era avvolto da una patina fighetta, da una patina non adatta a uno studente...
noi siamo casinisti, noi siamo confusionari, noi siamo disordinati...
e invece era tutto in ordine, il distacco da una scuola all'altra nemmeno si notava...
boh, delusione.

imperterriti proseguiamo lungo il nostro tragitto.
pranzo saltato, lo stomaco pieno di campari
(a quanto pare questo maledetto aperitivo sembra sbocciare in ogni angolo di milano, e pensare che nemmeno mi piace)
camerieri che ci snobbano con i loro vassoi contenenti 3/4 pezzettini di sushi...
ma che se li tengano, non sapevo che essere giovani, o studenti, o un po trasandati fosse così negativo...
e pensare che grazie a me e ad altri 100 ragazzi vieni visto da non so quante persone che passano su questo sito...
ma va beh...

arrivo alla conclusione che le cose più belle si trovano nei posti piccoli,
non per altro il detto dice "il vino buono sta nella botte piccola"...
e così arrivo faccia a faccia con questo ragazzo,
che passerà l'intera giornata con una maschera in testa e dentro a una capanna...


e niente,
arriva la fine della giornata,
il mio stomaco è ancora vuoto,
e così ci dirigiamo in ticinese per l'aperitivo.


il primo giorno è finito.
i miei piedi ringraziano.

^_^

Come iniziare il fuorisalone 2008
se non con un elmetto giallo in testa?



Tra le infinite rassegne stampa della giornata,
alla fine decido di dirigermi verso il parcheggio di pagano,
per vedere quest'anno ad esterni cosa sono riusciti a tirar fuori dal cilindro magico.

E così finisco in un vero e proprio cantiere,
pieno di omini arancioni fluo,
elmetti gialli vaganti a destra a sinistra,
misti a calici di vino e bicchieri di birra.

Mi apposto così in cima ad osservare quello che mi succede attorno:
gente che chiacchera mentre beve un bicchiere di vino,
gente che sale e gente che scende,
gente che monta e gente che smonta,
gente che gioca con il cemento...eh si, avete capito bene, GIOCA.
Esterni ha organizzato delle giornate a tema,
e oggi era quella del cemento...
così, fornito di tutine bianche, anche tu potevi sentirti parte del cantiere,
e modellare il tuo pezzo di cemento, con l'aiuto di cazzuola e altri oggetti.

Drink offerti da esterni,
forse dalla descrizione fornita le aspettative erano molto più alte,
ma l'accoglienza è sempre molto calorosa.

Ideale anche per i bambini.



Solo una nota:
forse dei bidoni della spazzatura un po più grandi sarebbero stati di maggiore aiuto,
e forse l'uso di bicchieri di vetro per il vino non è stata la scelta migliore,
visto che poi venivano abbandonati in giro, con il rischio di creare un tappeto di cocci.