Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Con il progetto Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments, formato da un libro, una mostra e una serie di talk, Dropcity riafferma la propria vocazione: un luogo dedicato non soltanto alla cultura del progetto, ma anche al dibattito e al dialogo su tematiche non sempre al centro dell’attenzione pubblica.
L’intero progetto, prodotto da Dropcity, indaga lo stato contemporaneo dell’incarcerazione, esplorando le cause e le conseguenze delle strutture penali sia a livello individuale che collettivo, e rappresenta una prima sintesi di testimonianze sugli ambienti penitenziari in Italia e nel mondo.
Dalla domanda “qual è la giornata tipo di un detenuto?” è nata una ricerca che rivela la prigione come uno spazio governato da un proprio fuso orario. Il tempo è la metrica fondamentale dell’incarcerazione e un elemento chiave nelle sentenze penali in tutto il mondo. Eppure, il tempo rimane soggettivo: può accelerare o rallentare, acquisendo significati diversi a seconda degli individui, dei luoghi e delle pratiche istituzionali. Spesso, la punizione si manifesta come tempo sospeso — una condanna di tempo perso. Forse è per questo che, nei corridoi delle prigioni, gli orologi non mostrano mai la stessa ora: manipolare la percezione del tempo è una delle strategie utili a mantenere la disciplina. Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments analizza la non-storicità dell’incarcerazione attraverso la ritualizzazione delle scadenze procedurali e l’uso degli oggetti nelle routine penitenziarie.
LA MOSTRA
Distribuita su un’area di oltre 1.500 mq, Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments esplora il tempo e lo spazio nei penitenziari: attraverso oggetti ed elementi di arredo progettati e prodotti per le carceri, invita a interrogarsi e a riflettere su quanto e come l’architettura e il design possono incidere sull’ambiente carcerario. L’iniziativa mette in connessione le persone, gli oggetti, gli spazi e i significati che questi assumono nel contesto penale con l’architettura e gli aspetti legali, burocratici e sociali.
Suddivisa in cinque sezioni (Entering Time, Eating Time, Monitoring Time, Cleaning Time e Sleeping Time) che ospitano una selezione di oggetti e dispositivi progettati per gli ambienti carcerari, la mostra adotta il formato dello showrooming, inteso come la pratica di visitare i negozi fisici per esaminare i prodotti prima di acquistarli online a un prezzo inferiore. Questa scelta curatoriale consente ai visitatori di osservare prodotti che altrimenti sarebbero inaccessibili nella vita quotidiana. Gli oggetti sono esposti in modo clinico e tassonomico, combinando dati di design con dati di mercato. La sequenza espositiva analizza una selezione di arredi sulla base della loro funzione, offrendo una prospettiva internazionale sul complesso industriale penitenziario e sulla sua mercificazione.
IL LIBRO
Il libro Prison Times: Spatial Dynamics of Penal Environments analizza le condizioni materiali, tecnologiche e formali degli arredi carcerari, esaminando in particolare come i parametri di sicurezza, riconosciuti come requisiti di progettazione, esprimano il concetto ideologico di punizione all’interno degli arredi carcerari, trasformandoli in strumenti di controllo e sorveglianza sui corpi nello spazio.
La scala temporale all’interno del carcere è tale che anche un oggetto apparentemente innocuo, se usato ripetutamente, può alterare gradualmente l’ordine spaziale imposto dai muri della prigione. I detenuti e gli oggetti sono privati di qualsiasi forma di autonomia; le azioni vengono eseguite in modo funzionale, quasi meccanico - certamente secondo standard minimamente accettabili, ma spesso a distanza, con poco intervento umano e senza riconoscimento dell’individuo o del suo bisogno di comfort.
Le componenti progettuali, spesso opera di designer anonimi, emergono come elementi chiave per comprendere come l’architettura e il design plasmino l’identità dell’individuo incarcerato e l’immaginario collettivo ad esso associato. Riflettono la logica del governo penitenziario, che mira a ridurre l’autonomia delle persone condannate per un reato. Così come le celle carcerarie non sono spazi privati, gli oggetti al loro interno non sono semplici arredi, ma incarnano e svolgono una funzione disciplinare.
I TALK (Auditorium di Dropcity, tunnel 40)
Reform Trust: Ideas on Penal Environments, a cura di Federica Verona e Valeria Verdolini, è un programma di dibattiti previsto fino al 28 maggio, in parallelo alla mostra Prison Times: Spatial Dynamics of Penal Environments. Ogni sessione analizza la funzione esistenziale delle prigioni, affrontando tematiche legali, politiche, amministrative e sociali. La natura trasversale delle discussioni apre prospettive inaspettate e pone ulteriori domande sul ruolo dell’architettura e del design come discipline che, consapevolmente o meno, contribuiscono ai meccanismi di sicurezza, (in)giustizia e incarcerazione di massa.
Le sessioni affrontano temi diversi: Entering Time esplora la sicurezza, il populismo penale, la politica e il controllo; Eating Time affronta il sovraffollamento e la materialità della vita carceraria, concentrandosi sul lavoro in carcere e la deprivazione economica; Monitoring Time esamina la sorveglianza e l’espansione delle sfere di controllo; Cleaning Time esplora le percezioni della violenza negli ambienti penali e l’uso del corpo come mezzo di resistenza; Sleeping Time riflette sulla riforma e la trasformazione carceraria.
Programma
Esposizione
Esposizione
Esposizione
Esposizione
Esposizione
Esposizione
Esposizione
dell'evento
-
Foto
dell'evento -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Olivia Champagne -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Lara Bosani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Ottavia Steffanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Giada Stanziano -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Giada Stanziano -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Riccardo Bertani -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
Yeni Tatiana Sartori -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini -
Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments
emma montanini