Designer Filippo Protasoni

Nato nel 1980, ha studiato in Italia e in Norvegia. Durante gli anni universitari approfondisce il product e l'interior design, sviluppando una metodologia distintiva, che applica su diverse scale di progetto: nel 2004 vince un concorso indetto dal Politecnico di Milano ed espone per la prima volta al Salone del Mobile con Piu Yiu su un'installazione cooperativa con Sawaya & Moroni. Nel 2006 si laurea al Politecnico di Milano; dopo diversi incarichi in studi internazionali (Emmanuel Babled, Markusbeneschcreates), apre il suo studio a Milano nel 2009.

La sua ricerca prevede un atteggiamento razionale, ma focalizzato su prospettive emozionali. Progetta illuminazione, mobili, prodotti industriali e tessili, spazi commerciali, interni ed esposizioni. Interni Magazine, AD-Architectural Digest e Elle Decor Japan lo hanno descritto come uno dei più promettenti giovani designer italiani. Nel 2014 il museo Triennale di Milano lo ha inserito nella Nazionale Italiana Design. I suoi lavori hanno ottenuto premi di design nazionali e internazionali e sono stati pubblicati sui principali media di design e lifestyle. Dal 2011 al 2013 è stato membro dell'Osservatorio permanente del Design ADI. Dal 2007 tiene conferenze in Italia (IED Istituto Europeo di Design, NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano, Domus Academy) e all'estero (Design Institute Amman).

 

 

DE-METRO è un vaso dotato di sensori e che analizzano l’umidità del terreno, avvisandoci quando è il caso di innaffiare. Fa parte della CIRCUIT COLLECTION di Clique Editions, presentata nel 2018 per la mostra FutureDome presso la palazzina liberty di via Paisiello, già nota per essere stata punto di incontro degli artisti legati al secondo movimento futurista negli anni ’40.

 

 

Oggetti realizzati in marmo il cui duplice elemento tecnologico (il robot che li ha prodotti, ma anche Arduino e Raspberry) ha la capacità di ridefinire l’identità d’uso della pietra naturale, attualizzandola, mostrandoci che cosa il futuro le possa riservare. Dunque non più opere commemorative, ma oggetti che riassumono lo stato dell’arte e della ricerca nell’ambito del design. Hanno la capacità di interagire in modo dinamico con lo spazio che li circonda e, in alcuni casi, operando in modo autonomo, svolgendo dei compiti che gli sono stati assegnati in precedenza.

 

Il mercato ci ha abituati a orologi con cassa e quadrante trasparenti, per mostrarci decine, se non centinaia, di minuscoli ingranaggi in azione. A partire dagli anni ‘90, invece, abbiamo assistito a una rivoluzione, quella che si riassume con l’espressione naked. Naked sono le motociclette dove telaio e cilindri sono in piena vista, non hanno bisogno di carene che li nascondano. Il marmo, nel caso della collezione 2018 di Clique - Smart Matters - assume una funzione simile: se da una parte è possibile raggiungere con lo sguardo un cuore d’acciaio e ingranaggi dall’altro, alla stregua di un altare etrusco dedicato all’aruspicina, si incontrano disponibili per l'atto divinatorio, elementi elettronici scintillanti e colorati che danno modo allo spettatore - con il loro incessante operare - di intuire la fisionomia del domani che ci attende. Un domani dove gli oggetti che costellano la nostra abitazione sono capaci di rispondere alla nostra volontà e sono capaci di sostituirci nella routine, di fornirci utili informazioni o renderci più confortevole l'atto di abitare.

 
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