Torna a BASE Milano la piattaforma-laboratorio sperimentale: un public program che anticipa i temi di aprile, una grande installazione e una visione trasformativa plurale a lungo termine.
Dal 15 al 21 aprile 2024 torna a BASE Milano We Will Design, la piattaforma-laboratorio sperimentale che dal 2021 accoglie e promuove in occasione della Design Week progetti di designer da tutto il mondo, scuole, università, istituzioni internazionali. La quarta edizione sarà dedicata alla convivialità intesa come bisogno collettivo basato sulla cooperazione, la cura reciproca e la solidarietà, e verrà anticipata da un public program sul tema della coesistenza e da un’installazione.
I temi di questa edizione
Con questa edizione We Will Design si pone l’obiettivo di espandersi oltre i limiti temporali della Design Week presentando nel corso di tutto l’anno residenze e scambi internazionali, e in cui pratiche ed esperienze di design diventano una lente per leggere, e a volte risolvere, le contraddizioni del nostro presente. Cosa significherà trasformare BASE in un luogo di presenza politica dove abitare e reinventare lo spazio? E cosa significherà farlo in relazione al momento dell’anno in cui Milano diventa il punto di riferimento mondiale per la design industry?
BASE apre le porte, così, alla costruzione di una comunità temporanea che vivrà e lavorerà all’interno del complesso, trasformato per l’occasione in un “laboratorio di convivialismo”. L’edizione sarà un invito a riflettere sulle più innovative pratiche internazionali di convivenza, coabitazione e di condivisione e la loro interrelazione con gli ambiti relativi a migrazione, genere, abilità, salute e background culturale.
We Will Design cercherà di immaginare nuove modalità di convivenza e interdipendenza basate su principi come la cooperazione, la democrazia, il dialogo tra culture, la dignità paritaria e la responsabilità ecologica.
We Will Design 2023
CASE, il public program
dal 31 gennaio al 15 marzo 2024
Tre incontri sulla complessa questione dell’abitare - innescata dall’onda di dissenso in risposta al caro affitti - a cura di Erica Petrillo dedicati a nuove pratiche abitative: con Pelin Tan (31 gennaio), Berta Gutierres e Alkistis Thomidou (forty five degrees) con Rosario Talevi (28 febbraio) e Francesca Gotti (15 marzo).
Un focus su un fenomeno dalle radici profonde, che hanno a che fare con un ampio malessere planetario che riguarda la vera e propria possibilità di coesistenza in un contesto complesso, iper-globalizzato, in cui svariate crisi politiche, ambientali e sociali ci hanno lasciati in un limbo precario, senza certezze né appigli. Come è possibile, allora, costruire delle nuove basi per una coesistenza (planetaria e locale) fondata sulla convivialità, intesa come bisogno collettivo basato sul mutualismo, la cura reciproca e la solidarietà? A quali strategie spaziali possiamo guardare per testare nuove forme di coabitazione civica e modalità di esistenza alternative? CASE non affronta il tema dell’emergenza abitativa in maniera diretta, lo fa in modo trasversale, guardando a realtà tra loro molto diverse che - attraverso pratiche spaziali sperimentali, esperienze di pedagogia alternativa, modalità di attivismo politico-artistico - sperimentano modalità alternative di mutualismo e solidarietà.
Lemonot
TALAMO, una grande installazione partecipata
dai giorni di miart 2024
TALAMO sarà una scultura performativa del duo di architetti italiani residenti a Londra Lemonot (Sabrina Morreale e Lorenzo Perri) in collaborazione con Xavier Madden e Katja Banović e introdurrà il pubblico alle tematiche dell’edizione.
In questo contesto, TALAMO sarà un’architettura conviviale: un letto immenso e al contempo leggero, in una sospensione dinamica tra pavimento e soffitto. Un paesaggio morbido e fluido disegnato dalla gravità e dai corpi, che ne creeranno la topografia. Un palcoscenico irrequieto che darà vita, dapprima con i performers arisandmartha (Aris Papadopoulos e Martha Pasakopoulou) e poi coinvolgendo il pubblico, a coreografie e configurazioni fantastiche - in cui si lima il confine tra materia e corpo umano. TALAMO userà, dunque, pratiche performative per reinventare le forme di teatralità spontanea nascoste nel quotidiano, rituali ordinari che diventano eccezionali. Nel suo continuo farsi e disfarsi, TALAMO sarà un oggetto vivo, capace di accogliere la fisicità di ognuno, collocandola in una dimensione di rinnovato confronto collettivo.
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© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 29 gennaio 2024