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La poesia dell’imperfetto: l’arte ceramica di Paola Paronetto

Design — 19 giugno 2025

L’artista esplora il dialogo tra forma e materia, unendo emozione, natura e bellezza in opere leggere, ma potenti, fatte di argilla e fibre naturali

Ci sono artisti che plasmano la materia, e altri che riescono a convincerla a parlare. Paola Paronetto appartiene a questa seconda categoria. Le sue opere in paper clay – leggere come carta, solide come terra – sembrano nate da un dialogo silenzioso tra fragilità e forza, rigore e libertà. Nel suo laboratorio di Porcia, ogni oggetto è il risultato di un processo fatto di attese, errori trasformati in occasione, intuizioni che si sedimentano come strati di colore. Non a caso, è stata proprio la natura “ribelle” della paper clay ad affascinarla: un materiale che si sottrae alle regole, che pretende ascolto più che controllo. Con le sue collezioni – dai Cartocci ai Giganti, dalle Ninfee ai Ranuncoli – Paola non insegue la perfezione, ma qualcosa di più vero: la bellezza dell’imperfetto, dell’instabile, dell’organico. La sua arte è stata celebrata in mostre personali, alla galleria Ille Arts di New York e al Contemporary Ceramic Centre di Londra e, nel 2021, l’ADI Design Museum di Milano ha ospitato la sua prima retrospettiva italiana.

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In questa intervista abbiamo voluto entrare, con rispetto e curiosità, nel suo mondo.



La materia, nelle tue mani, sembra diventare linguaggio. C’è un dialogo tra te e ciò che modelli?
Credo proprio di si, per me l’argilla è come la penna per uno scrittore. Mi serve per esprimere ciò che immagino e sento. A volte è tutto facile e fluido ma spesso capita che lei si imponga e che io debba per forza adattarmi, aprire la mia mente lasciando da parte le aspettative troppo rigide e seguire anche la sua natura.

Quando hai scoperto la paper clay: in che modo ti ha permesso di riscrivere, a modo tuo, la tradizione ceramica? 
Aver scoperto questo impasto è stata una svolta per me, stavo cercando qualcosa di diverso che mi desse la possibilità di fare ciò che avevo in testa da tempo. Forme più libere, come in movimento, morbide, come mosse dal vento. La paperclay, riducendo notevolmente la percentuale di ritiro dell’argilla, rende possibili lavorazioni più audaci e permette sottosquadri altrimenti impossibili da realizzare.

Gesti ripetuti, scarti e scoperte. Silenzi che prendono forma. Come avviene il processo creativo, quanto tempo impieghi per dare vita ai tuoi pezzi? 
Ora che ho messo a punto la mia tecnica è molto più semplice creare. Ho alle spalle 20 anni di ricerca e sperimentazione con questo materiale ed ho perfezionato un procedimento lungo e meticoloso, fatto di stratificazioni e attese, interventi leggeri e ancora attese… Tutto è molto dilatato e prima di arrivare alla conclusione di un pezzo possono passare anche 40 giorni o più, dipende molto dalle condizioni atmosferiche e dalle stagioni. L’influenza della natura ha un ruolo fondamentale su tutto il mio processo.

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Le tue opere non cercano la perfezione, ma un equilibrio più libero. Come nasce l’ispirazione per le tue collezioni? Un errore ti ha mai aperto nuove strade? 
Non mi interessa la perfezione, non più, ora voglio creare oggetti che abbiano un’anima, capaci di parlare a chi li osserva, ognuno con la propria personalità. Molte delle mie collezioni nascono da errori o cambi repentini di direzione. Posso partire con un’idea ma durante il percorso succedono cose o ne vedo di altre che mi sorprendono e che decido di assecondare, cambiando così l’idea iniziale. Sono quelle che più mi piacciono perché sento di interagire con la materia ed è molto più dinamico e interessante farsi coinvolgere da piccoli eventi o da incidenti inaspettati. 

La natura e il colore sono molto presenti nel tuo immaginario. 
La natura è tutta intorno a me, vivo da sempre in aperta campagna e in compagnia di tanti animali, dunque è parte di me e ovviamente anche parte del mio lavoro. Tutto quello che faccio è molto collegato al mondo vegetale e animale. I colori sono fondamentali nella mia vita e in tutto ciò che faccio. Li prediligo opachi, perché accolgono la luce e la fanno propria. Possono avere significati diversi a seconda dei momenti e delle situazioni o addirittura racchiudere allo stesso tempo aspetti simbolici ed emotivi.

La sostenibilità è un tema forte. Come si esprime nella tua pratica?
Si, la natura mi sta molto a cuore e di conseguenza anche la sostenibilità. Ho installato 20 anni fa un impianto fotovoltaico di 20kw. Riciclo tutto ma proprio tutto, anche le briciole di terra che scartiamo. Abbiamo eliminato tutta la plastica dagli imballaggi e usiamo sono cartone e carta. In generale cerchiamo sempre di migliorarci e trovare strategie più sostenibili, ove possibile.





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© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 19 giugno 2025

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