La Dutch Design Week 2025 celebra visioni radicali, grandi nomi e giovani talenti unendo materiali bio-based e consapevolezza sociale
Eindhoven celebra venticinque anni di visioni radicali. Dal 18 al 26 ottobre, la città olandese torna a trasformarsi in un laboratorio a cielo aperto con la Dutch Design Week, che festeggia un quarto di secolo di sperimentazione sotto il tema Past. Present. Possible. Oltre 2.500 designer, 120 location e un programma diffuso tra installazioni, mostre, dialoghi e prototipi mettono in relazione memoria, innovazione e futuro. “Vogliamo creare spazio per la sperimentazione, per ciò che ancora non esiste ma potrebbe accadere,” spiega Miriam van der Lubbe, Creative Head e cofondatrice dell’evento, che torna a fare di Eindhoven un crocevia tra istituzioni, brand e giovani talenti.

Ketelhuisplein © Max Kneefel
Tra i protagonisti di quest’anno Sabine Marcelis, Stefan Diez, Piet Hein Eek e il duo Kiki & Joost, accanto a nuove generazioni provenienti da 35 scuole europee di design - tra cui la Design Academy Eindhoven, la Swedish School of Textiles e la University of Applied Arts Vienna - riunite nel progetto Class of 25. Al Van Abbemuseum, la mostra Bridging Minds, curata da van der Lubbe, riunisce oltre cento opere di designer e artisti come Formafantasma, Maarten Baas, Hella Jongerius, Klarenbeek & Dros, Jalila Essaïdi e Marcos Kueh, esplorando i legami tra arte, ricerca e sostenibilità.

Carte Blanche - Kiki & Joost © Anwyn Howarth
La riflessione sui materiali bio-based trova un palcoscenico centrale con Designs for the Material Future al Klokgebouw, dove studi e collettivi internazionali sperimentano processi circolari e nuove ecologie della materia: dai biopolimeri alle fibre naturali, il design diventa laboratorio di vita. Allo stesso tempo, progetti come Econario di Thijs Biersteker rendono visibile - attraverso dati e installazioni interattive - l’impatto delle scelte politiche sull’ambiente, confermando il ruolo del design come linguaggio di consapevolezza sociale. Le undici installazioni all’aperto della sezione Grand Projects trasformano le piazze della città in paesaggi visionari: da The Umbra Pavilion di Pauline van Dongen, realizzato in tessuto fotovoltaico, a Factory 5.0 di Aditya Mandlik, dove 10.000 larve di tenebrione “mangiano” il polistirene per immaginare architetture destinate a dissolversi, fino a City At Sea Level di Bahar Orçun, che mette in scena un futuro sommerso, e The Waiting Room di Nanne Brouwer, che ripensa gli alloggi temporanei per rifugiati a partire da dignità e privacy.

© Max Kneefel
A De Caai, Forward Furniture, curata da Liv Vaisberg, esplora il confine tra design e collezionismo, trasformando un’ex fabbrica in palcoscenico per l’arredo del futuro. Non solo mostre, ma un ecosistema in cui istituzioni, brand e ministeri - da HEMA a Vattenfall, da Hydro a Rabobank - collaborano per usare il design come strumento di innovazione sociale. Come ricordava Marcus Fairs, fondatore di Dezeen e storico ambasciatore del festival, “Ho visto il futuro in una piccola, brutta città del sud dell’Olanda.” A venticinque anni dalla sua nascita, la Dutch Design Week continua a dimostrare che il futuro del design non si espone: si costruisce, insieme.

Stadhuisplein © Nick Bookelaar
Tag: Design Design Week festival
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 13 ottobre 2025



