Un nuovo quartiere sostenibile e inclusivo che accoglierà residenze, uno studentato, spazi per uffici, attività commerciali, un asilo, strutture culturali e un polo universitario
Costruito nel 1920 e situato nel quartiere di Calvairate, l’Ex Macello di Milano - in origine adibito a macello comunale e parte del mercato all’ingrosso - è un complesso industriale che si estende su una superficie di circa 15 ettari. Il suo progressivo abbandono è iniziato negli anni ’90 fino alla chiusura definitiva nel 2001. Da circa tre anni però, questa affascinante archeologia industriale che si intreccia con fregi ornamentali e piante cresciute spontaneamente, è stata la cornice di incontri ed eventi pubblici: da Piano City all’ indimenticabile Fuorisalone 2023 con Alcova; dalla Fashion Week 2024 a Lumina Park. Il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Macello - chiamato ARIA - è il vincitore della seconda edizione del bando internazionale C40 Reinventing Cities firmato da Snøhetta, come lead architect, insieme a Barreca & La Varra, Cino Zucchi, Stantec e Chapman Taylor.
Photo courtesy of REDO, Wolf Visualizing Architecture
Fondato a Oslo nel 1989 da Craig Edward Dykers e Kjetil Trædal Thorsen, Snøhetta è una delle realtà più interessanti e rinomate nel panorama internazionale, contando più di 350 dipendenti in nove studi, divisi in quattro continenti. Abbiamo fatto due chiacchiere con Tommaso Maserati che, dopo la laurea in Architettura Ambientale al Politecnico di Milano, lavora da Snøhetta, a Oslo, da dieci anni. Ci siamo focalizzati su ARIA, progetto che punta ad essere il più importante intervento di social housing in Europa, oltre alla prima area Carbon Negative del Comune di Milano, grazie a 36.000 mq di pannelli fotovoltaici e alla creazione di comunità energetiche rinnovabili, dove piante e suolo permetteranno di purificare gli ambienti interni, depurare le acque, catturare CO2 e filtrare i contaminanti atmosferici.
Posta la sfida ambientale da vincere compensando le emissioni di CO2, nel suo assetto futuro l’ex Macello si configura come un grande parco che si sviluppa intorno ai capannoni recuperati, circondato da edifici residenziali di varie altezze e tipologie. Cosa prevede il masterplan che avete realizzato?
Il progetto si può riassumere come un articolato sistema del verde - incluso il parco urbano che hai citato - che diventa elemento di dialogo e di sintesi tra il patrimonio architettonico esistente e gli edifici di nuova costruzione. Il programma funzionale dell’Ex Macello prevede un mix di destinazioni d’uso: residenze, sia social housing che libero mercato, uno studentato da 600 posti, spazi per uffici, attività commerciali, un asilo, strutture culturali e un polo universitario (il nuovo Campus dello IED n.d.r.). Data la sua considerevole estensione e la complessa articolazione all’interno dell’area, l’intervento va a generare nuovo frammento di città.
Photo courtesy of Ex Macello
In Italia si parla tanto di periferie urbane e della carenza di luoghi di aggregazione nelle città. Come vedete il ruolo dello spazio pubblico nella rigenerazione di aree dismesse come questa?
Nel progetto dell’Ex Macello, lo spazio pubblico ha rappresentato uno dei principi guida con l’obiettivo fondamentale di “aprire” il sito alla città. L’area è infatti caratterizzata da un alto muro perimetrale che impediva ogni forma di permeabilità - sia visiva che fisica - verso l’interno del vasto complesso industriale. Ora, la rimozione di questa barriera permette di ricucire le connessioni urbane preesistenti e di far penetrare i sistemi verdi limitrofi all’interno del sito, fondendosi nel grande parco urbano che costituisce il cuore pulsante dell’intervento. È importante poi sottolineare come la qualità dello spazio pubblico si misuri nella sua capacità di essere realmente inclusivo e utilizzabile da parte di tutti i cittadini. In questo senso, la progettazione attenta degli spazi aperti, la loro articolazione in una sequenza di luoghi con caratteri, funzioni e tempi d’uso diversi, diventano elementi cruciali per garantire il successo dell’intervento nel lungo periodo. In sintesi, il masterplan prevede la creazione di un nuovo quartiere urbano sostenibile e inclusivo, con un forte focus sulla rigenerazione sociale e ambientale.
Nei progetti di Snøhetta il design del “costruito” e quello del landscape si sovrappongono. Quali soluzioni architettoniche avete adaottato per garantire la sostenibilità ambientale dell’intervento?
Si, ogni nostro progetto di architettura in realtà nasce come progetto di landscape. In questo caso specifico, un aspetto particolarmente innovativo è stato concepire il sistema del verde non solo come elemento paesaggistico, ma come vera e propria infrastruttura tecnologica. Questo, ad esempio, si concretizza nel disegno delle aree verdi che, grazie alla loro stratigrafia e alle specie introdotte, saranno anche utilizzate per diminuire la portata delle acque di deflusso. Il grande numero di alberi introdotti, insieme all’ampio volume di terreno permeabile del parco, aiuterà poi a massimizzare la capacità di assorbimento e stoccaggio della CO2.
Photo courtesy of Ex Macello
E in tema di recupero degli edifici esistenti?
Lo studio approfondito per il recupero degli edifici esistenti è stato un altro pilastro fondamentale. Questo approccio ha permesso di minimizzare la necessità di nuove costruzioni che, quando indispensabili, vengono realizzate adottando tecnologie e materiali sostenibili. In ultimo la riduzione dell’impronta carbonica è ulteriormente implementata da una rete di riscaldamento di nuova generazione e dall’estensivo utilizzo di pannelli solari dimensionati per soddisfare non solo il fabbisogno energetico del sito, ma anche di una porzione del quartiere circostante.
Photo courtesy of Ex Macello
Sull’edificio della Galleria, sui tre padiglioni di macellazione, sulla catenaria, sul portale di accesso al mercato e sui due enormi padiglioni di cemento armato dei mercati, c’è il vincolo della Soprintendenza. La progettazione dei nuovi edifici residenziali all’interno dell’Ex Macello sembra essere però una parte cruciale del progetto. Come si riescono a integrare con le strutture industriali esistenti, mantenendo un dialogo coerente tra il nuovo e l’antico?
Bella domanda. Forse non so darti una risposta precisa e da manuale. Quello che abbiamo cercato di fare è stato semplicemente partire dagli edifici esistenti e adattarli il più possibile ad uno uso futuro e flessibile all’interno del sito. Gli edifici di nuova costruzione hanno trovato la loro scala ed espressione morfologica aiutati dalle tracce architettoniche storiche ed esistenti e dagli assi urbani che vanno a dialogare e ad aprire il perimetro del sito. Il verde però, ancora una volta, diventa il vero elemento di unione tra nuovo ed esistente. La sua declinazione in percorsi pedonali, corridoi, il parco, le piazze, crea una trama connettiva che intesse relazioni tra le diverse componenti del progetto. Questo tessuto di spazi aperti definisce precise gerarchie spaziali tra gli edifici, aiutando a “comporre” il complesso paesaggio urbano all’interno dell’Ex Macello.
Photo courtesy of DSL Studio
Snøhetta is a place nobody is from, but anyone can experience: tra multidisciplinarità, sostenibilità, attenzione alla collettività, cosa stai imparando dall’approccio dello studio?
Dopo quasi un decennio di esperienza da Snøhetta, posso dire che al di là della diversità di progetti in termini di tipologia, scala e contesto a cui lavoro, ciò che continua a colpirmi maggiormente è l’ambiente sociale all’interno dello studio. Il nostro approccio si basa su un sistema molto aperto e democratico, e ritengo che questa filosofia - o potremmo definirla cultura - si rifletta chiaramente nei nostri progetti. Non credo infatti che lo studio si caratterizzi per un preciso registro formale, quanto piuttosto per una costante attenzione alla dimensione concettuale del progetto e a come questo aspetto teorico possa guidarci nella definizione di spazi che, come hai evidenziato, privilegino sempre la dimensione collettiva, anche nelle situazioni di natura più privata ed esclusiva.
Photo courtesy of Ex Macello
A cosa state lavorando ora?
Attualmente il nostro studio è impegnato in diversi progetti in Italia: oltre all’ Ex Macello e al cantiere in conclusione di Pirelli 35 a Milano, stiamo sviluppando l’area della vecchia Manifattura Tabacchi a Verona. A livello internazionale, uno dei progetti più significativi ed interessanti è sicuramente l’Opera House di Shanghai, attualmente in fase di costruzione.
Tag: Milano Architettura Rigenerazione urbana
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 22 gennaio 2025