A pochi passi dalla Fondazione Prada, Studio q-bic dà vita a tre spazi connessi tra loro - “Magma”, “Lubna” e “Scaramouche”- che diventano un hub polifunzionale
A Milano sempre più aree dismesse e industriali stanno subendo un processo di trasformazione, diventando hub culturali in zone periferiche un tempo considerate marginali. Questa tendenza riguarda molti progetti di riqualificazione urbana che mirano a rivitalizzare spazi abbandonati e a restituirli alla città sotto nuove forme, più dinamiche e accessibili. Un esempio emblematico è il progetto firmato dallo studio fiorentino q-bic che trasforma un ex deposito di bombole d’ossigeno del primo ‘900, in via Vezza d’Oglio, a pochi passi dalla Fondazione Prada, in un nuovo polo culturale e gastronomico in cui sorgono tre distinti volumi funzionali connessi tra loro: l'area eventi “Magma”, la galleria d'arte “Scaramouche”, il listening restaurant bar “Lubna”.
Photo courtesy of Nathalie Krag
L’idea nasce da Francesco Sicilia, Natascia Milia insieme ad Alberto e Lorenzo Querci, questi ultimi due imprenditori senesi nel campo della ristorazione che si sono ritagliati un importante spazio nel panorama dell’alta cucina sperimentale a Milano con Moebius, ristorante guidato dallo chef romagnolo Enrico Croatti, a cui lo scorso novembre è arrivata la stella Michelin. Filo rosso con Moebius, i cartoon: Lubna eroina dei manga, Moebius grande fumettista francese.
Photo courtesy of Nathalie Krag
L’impatto con la vastità dell’area, che si estende su 3.000 mq, è potente. Elementi in ferro ossidato, come la grande pergola che domina la piazza e le pareti lasciate volutamente grezze, rivelano strati di storia. Il ferro nero nella sua finitura naturale e il cemento si mescolano con le preesistenze, creando un dialogo tra antico e contemporaneo che non soffoca, ma esalta l'autenticità del luogo. La quiete della piazza, con il suo pavimento in porfido e i tre lecci che la abitano, avvolge chi l’attraversa. «Gli spazi industriali sono vuoti urbani, preclusi alla città, sia quando sono in attività che quando cessano la loro funzione, sono perimetri inaccessibili» – raccontano Luca e Marco Baldini fondatori dello studio q-bic, e proseguono: «ecco perché abbiamo voluto pensare ad una piazza, un luogo centrale che fosse l’esatto opposto del vuoto urbano precedente: uno spazio libero di socialità su cui si affacciano nuove attività».
Photo courtesy of Nathalie Krag
L'area eventi Magma, un tempo sala macchine, si estende su 900 mq e conserva l’architettura originale in ferro, con una nuova copertura che migliora stabilità e funzionalità, mantenendo l’estetica industriale. Il design, con lucernari e pareti grezze, offre uno spazio versatile e in continua trasformazione, ideale per eventi di vario tipo. Il Listening Restaurant Bar Lubna si sviluppa su 350 mq e integra elementi come il volume semicircolare vetrato, che crea un forte legame visivo con l'esterno, con l’uso del cemento per pavimenti e arredi. Una parete interattiva di moduli specchiati completa l’atmosfera dinamica e immersiva del locale. La nuova insegna che fa perno sulla cucina alla brace romagnola. Infine, Scaramouche è una galleria d’arte contemporanea trasferitasi da New York a Milano che si dedica a mostre di artisti internazionali, creando uno spazio luminoso e neutro.
Photo courtesy of Nathalie Krag
Sulla piazza interna dello spazio si affaccia anche un LOFT. Un appartamento privato di 200 mq al primo piano con cucina a vista, un’ampia zona living e zona notte separata che verrà destinato a residenze d’artista per la galleria Scaramouche, o a piccoli eventi esclusivi, tasting, showcooking, photo shooting.
Tag: Milano Arte Rigenerazione urbana lifestyle Architettura Design
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 26 febbraio 2025